La lezione di Peter Lynch: perché l’umiltà è la chiave negli investimenti
di Nicola Zanchi | pubblicato il 10 marzo 2025
In un mondo dominato dai numeri, dalle analisi e dalle previsioni economiche, mi torna sempre in mente questa massima di Peter Lynch:
“Ci sono 60.000 economisti negli Stati Uniti, molti di loro impiegati a tempo pieno nel tentativo di prevedere recessioni e tassi di interesse e se riuscissero a farlo con successo due volte di seguito, a quest’ora sarebbero tutti milionari. Per quanto ne so, la maggior parte di loro ha ancora un lavoro retribuito, il che dovrebbe dirci qualcosa.”
Questa frase, apparentemente ironica, racchiude una verità profonda: nessuno, nemmeno i più grandi esperti, può prevedere con certezza l’andamento dei mercati o delle economie.
Come consulente finanziario, mi confronto spesso con domande come:
• “Dovrei aspettare prima di investire?”
• “Quando finirà il rialzo (o ribasso)?”
“Vendiamo?”
“Compriamo?”
La mia risposta è sempre la stessa: non è importante indovinare cosa succederà domani, ma costruire una strategia che funzioni nel lungo termine. Ed anche: se lo sapessi, con tutto l’affetto che mi lega a te, sarei qui o sul mio yacht diretto verso la mia isola privata ai caraibi?
L’investimento non è una questione di pronostici, ma di disciplina, diversificazione e di gestione delle emozioni (quest’ultimo punto è IL PUNTO). Sono queste a separare i buoni investitori da quelli che inseguono le previsioni.
Che ne pensate? Puntiamo su strategie solide o preferite il brivido della previsione?
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